Micromega in scena con un piacevole allestimento de “I complessi” di Jean Bernard Luc Si sa che eccedere non è mai buona cosa, fosse anche per prendersi cura della salute del proprio consorte. Se per giunta una fissazione supportata da “solide” teorie scientifiche fa venir meno l’obiettività ed il buon senso, mettere in conto l’imprevisto è più che doveroso. Elena, da diciannove anni amorevole moglie di Francesco, è convinta che il marito soffra di nevrosi e si sente in dovere di fare tutto, ma proprio tutto il possibile per guarirlo, arrivando perfino a indurlo al tradimento. E’ questo infatti l’estremo rimedio suggerito dal noto psichiatra professor Konglow, secondo il quale “tradire aiuta il matrimonio”. Gli improvvisati e goffi esperimenti per scoprire la natura dei presunti complessi di Francesco e curarli all’istante innescano una serie di equivoci e situazioni tragicomiche, a cui partecipano controvoglia il personale di servizio e gli amici della coppia. La soluzione in realtà sarà molto più semplice e la “cura” presto trovata senza scomodare la psicanalisi. Ma il gioco produce proprio quegli imprevisti temuti, tanto che qualcuno vi rimane imbrigliato, seguitando a scambiare la realtà vera con quella presunta. I complessi (ovvero "tradire aiuta il matrimonio") di Jean Bernard Luc è una commedia leggera, garbata e rispettosamente irriverente, che irride tanto alla saccenteria quanto alla dabbenaggine, in un contesto sociale alto borghese di inizio anni cinquanta. Il linguaggio ricercato e mai debordante, così come i toni sempre lontani dall’esasperazione, sono funzionali alla costruzione di situazioni in cui la comicità è misurata e comunque irresistibile. La messinscena della Compagnia Teatrale Micromega riproduce fedelmente le atmosfere evocate dal testo. A cominciare dall’allestimento scenico, che mostra un salotto borghese raffinato e ordinato, con tanto di pianoforte a muro, quadri d’autore, accessori e suppellettili, il tutto immerso in tenui e calde tonalità beige. In una casa così non possono che viverci persone ben educate, controllate nei modi e nei toni, che vestono con la sobria eleganza che l’etichetta impone anche per lo stare in casa. E infatti anche i bei costumi sono scelti con cura, nelle fattezze e tonalità più appropriate ai personaggi. La regia di Enrico Matrella è attenta ai particolari, pulita e mai oltre misura. Gli interventi musicali, diversi per genere, sono ben dosati e in sintonia con il racconto. Quanto agli interpreti, un nutrito gruppo di dieci attori, si può parlare di una prova decisamente buona. Ciascuno ha dato al proprio personaggio una connotazione ben definita, dimostrando di saper bene cosa fare in ogni momento e di sentirsi a proprio agio sulla scena. Con questa nuova produzione Micromega conferma la solidità e l’affiatamento di un gruppo che mostra di avere la giusta consapevolezza dei propri mezzi e di saper scegliere e raggiungere i propri obiettivi. di Paolo Corsi Visto a Verona – Chiostro di S. Eufemia il 14 Luglio 2014 |
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